Val Adamè
La più bella valle adamellina?
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Nomen omen, dicevano i latini. Il destino è nel nome; o chiunque o qualunque cosa ha un destino tracciato nel solco del suo nome. La Val Adamè è la valle dell’Adamello. Nonostante la cima culminante non vi si affacci, questa valle è dai più ritenuta (ci vorrebbe un sondaggio tra i frequentatori del gruppo…ma vox populi, vox veritas…sempre per restare in tema…) la più fascinosa ed attraente dell’intero massiccio retico. La sua testata è seconda per grandiosità solo a quella della Val Salarno; ma, a differenza di quest’ultima valle, l’ambiente che la caratterizza non è stato piegato alle moderne esigenze della produzione industriale se si eccettua il piccolo sbarramento ed il relativo specchio d’acqua antistante il Rifugio Lissone. Inoltrandocisi nel suo piatto fondo, la Valle progressivamente si mostra in un crescendo di belle cime ed altrettante belle pareti fino all’ultima scena degna della più classica iconografia alpestre e che, in tutto il massiccio e non solo, a pochi paragoni. In generale il senso di ariosità regna in tutto il gigantesco solco; forse per la regolarità quasi geometrica che dà al circostante un sentore d’ordine ed equilibrio; o per il placido fiume che con innumerevoli anse ne ha cesellato con millenaria pazienza il fondo. Il tutto tende a contenere e sminuire significativamente la tipica ruvidezza e talvolta l’asprezza che le rocce adamelline trasmettono, soprattutto a chi si accinga a scalarle! Sulle solari pareti orientali del coster e delle cime sovrastanti ci si troverà immersi in contesti ben lontani dalla dura grandiosità di un Corno di Salarno, di una Cima di Poia o di un Ago Mingo. Chi cerca ascensioni d’ingaggio non si troverà comunque alle strette. Il Corno Triangolo ed il dirimpettaio Corno Goià presentano itinerari molto impegnativi così come i coster alle loro falde annoverano alcuni degli itinerari tecnicamente più duri del massiccio. Lo stesso discorso vale per coloro che sono alla ricerca del puro plaisir de la grimpe con ascensioni divenute ormai delle classiche potendo le stesse garantire divertimento e sicurezza ad un tempo oltre che un’accessibilità che ne fa mete appetibili anche quando il cielo promette nulla o poco di buono. |
La testata della Val Adamè così come appare circa a metà del suo sviluppo.
Fioritura di rododendri in alta Val Adamè.
La cima culminante del massiccio al tramonto vista dal Bivacco Ceco Baroni alla Bocchetta delle Levade.
Il torrente Poia nei pressi del Pantano dell'Adamè.
Due "bionde dell'Adamello", razza autoctona della valli meridionali adamelline, scrutano incuriosite i viandanti nei pressi di Malga Adamè.
Il Poia d'Adamè e l'alta imponente costiera delle Cime di Buciaga in una radiosa giornata settembrina.
La vedretta dell'Adamè così come appare dal Biv. "Ceco Baroni"; a destra la parete Sud del Corno Meridionale dell'Adamè.
La slanciata struttura del Coster del Triangolo dominata dall'imponente cima biforcuta del Corno Gioià ritenuta la più estetica cima del gruppo.
La testata della valle così come appare dal Pantano dell'Adamè con le tre guglie che la caratterizzano (da sx Corno Meridionale dell'Adamè, Corno dell'Adamè, Anticima del Monte Fumo).
Luglio 2008: Amadio Paolo in circospetta osservazione durante l'apertura della Bugs Bunny al Coster del Poia, interessante itinerario a carattere marcatamente sportivo.
Amadio Paolo sale la spettacolare ed impegnativa prima lunghezza della "Mai gridare al lupo" al Coster del Poia; tracciata da Damioli Alberto ed amici a fine anni '80, conta diverse ripetizioni anche se negli ultimi anni gli vengono preferite le più recenti creazioni della struttura.
In arrivo in S2 sulle magnifiche placche della "Alba polare" al Coster del Poia; itinerario che necessita di buona dimestichezza con la progressione su placca per la chiodatura talvolta distanziata.
Paolo Dellupi tenta la libera dell'ultima difficile lunghezza della Bugs Bunny al Coster del Lupo (7a/A1).
31 agosto 2008: Daniela Palazzini in calata dopo l'apertura di "Diedro e nuvole", breve ma divertente itinerario con difficoltà classiche in un luogo appartato della valle. Inizialmente indicata sulle prime relazioni come via sulla Cima Lesena, reggiunge in verità la sommità del vicino Corno di Molinazzo.
Il Bivacco Ceco Baroni piccolo ma ospitale ricovero a 4,30 ore dal fondovalle sito su un alto gradino in posizione molto panoramica.
Angelo Davorio sulle luminose placche della Sud del Corno Meridionale dell'Adamè durante l'apertura della via "Ballata dei graniti dimenticati".
Durante la salita della "Ballata dei graniti dimenticati", i turriti Corni di Salarno sbucano all'orizzonte oltre la vedretta dell'Adamè.
L'avancorpo del Corno Meridionale dell'Adamè dove sale la breve ma splendida "Adamellici riflessi turchese" nota anche per la fotogenicità della roccia e dell'ambiente circostante.
Agosto 2010: Amadio Paolo in apertura sulla grandiosa parete meridionale del Corno dell'Adamè; L8 di "Atlantica".
Gianni Tomasoni in un momento di osservazione durante l'apertura della "Atlantica" alla solare parete meridionale del Corno dell'Adamè, via ormai divenuta una classica moderna della valle.
Gianni Tomasoni in azione sale l'impegnativa e psicologica placca di L4 della "Ai confini del silenzio".
Lo scudo iniziale della "Ai confini del Silenzio" alla Torre delle Levade.
Ultima lunghezza sulla "Ai confini del silenzio" itinerario di carattere alpinistico sulla remota Torre delle Levade alla testata della Val Adamè.
La corde corrono sulla roccia perfetta delle Placche della Luna Nascente durante l'apertura della "Mare Nectaris" (luglio 2015).
La parte superiore della valle vista dalla base delle Placche della Luna Nascente.
Apertura della "Mare Serenitatis" (luglio 2015) alle Placche della Luna Nascente sulla solita bellissima roccia di questa struttura.
I lisci scudi del Coster del Gioià-Triangolo immersi in un contesto scenico di assoluta bellezza dominati dalle pareti meridionali dal Corno dell'Adamè e dall'Anticima del Monte Fumo.
I lisci scudi del Coster del Gioià-Triangolo immersi in un contesto scenico di assoluta bellezza dominati dalle pareti meridionali dal Corno dell'Adamè e dall'Anticima del Monte Fumo.
Gianni Tomasoni in due momenti dell'apertura della "Ogni cosa è illuminata" (settembre 2015) sulla spaziale roccia del Coster del Gioià-Triangolo o Coster dello Hobbit.
Gianni Tomasoni in due momenti dell'apertura della "Ogni cosa è illuminata" (settembre 2015) sulla spaziale roccia del Coster del Gioià-Triangolo o Coster dello Hobbit.
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