Val Gabbiolo

In un angolo remoto e selvaggio

Introduzione
Lembo di intatta e selvaggia bellezza, questa valle ha tutte le caratteristiche per non diventare mai un angolo alla moda. Vi si concentrano e ritrovano tutti i principi dell’alpinismo classico dei tempi che furono alla “duri e puri”: lunghezza dell’avvicinamento, assenza totale di punti di appoggio, sentieri poco segnati oltre il limite boschivo e totalmente assenti nella parte superiore; qualità della roccia non eccelsa; itinerari poco chiodati e scarsamente frequentati, marcata severità ambientale. Di converso chi vorrà calarsi nelle emozioni e nelle sensazioni offerte da un confronto con la montagna talvolta addirittura pionieristico troverà tra le splendide guglie di questa valle un terreno ideale.

Val Gabbiolo
Panoramica autunnale in Val Gabbiolo

Su questo limitato ma estremamente caratteristico lembo delle Alpi Retiche sono transitati in modo più o meno occasionale alcuni dei più altisonanti nomi dell’alpinismo italiano degli anni 50’ e 60’ incominciando da un Walter Bonatti, passando per un Andrea Oggioni per finire con un Giancarlo Mauri; e questo vorrà pur dire qualcosa! Poi è seguito un lungo periodo di oblio con una breve ma proficua parentesi rappresentata dalle numerose ed interessanti realizzazioni di Urbano Dall’Eva ed amici a cavallo fra gli anni 70’ e 80’, autore tre l’altro di quella sorta di controversa bibbia che è “110 itinerari alpinistici del Gruppo di Presanella” ormai introvabile. Poi quasi ancora più nulla per più di vent’anni fino alle recenti salite incluse in questa raccolta.
Al di là dell’attraente fascino di questi luoghi, non ci si può esimere dal fare un’importante premessa: i recenti mutamenti climatici hanno influito negativamente sulle possibilità di fruizione di molti itinerari della valle; i canaloni un tempo nevosi anche nel centro della stagione estiva e conseguentemente percorribili con un elevato livello di sicurezza, sono ormai ridotti a colatoi detritici assolutamente pericolosi; alcuni, come quelli posizionati sotto l’imponente muraglia del Monte Botteri o del grandioso castello dell’Ago di Nardis, scaricano regolarmente ogni qualche ora; e talvolta si tratta di coriandoli grandi come utilitarie. Ne deriva che l’accesso a queste pareti risulta più consigliabile all’inizio della stagione estiva mentre da luglio in poi anche il solo avvicinarvisi senza necessariamente intraprenderne la risalita, significa esporsi a rischi poco accettabili. La soluzione appare lo sfruttare i settori di zoccolo compresi fra questi canali allungando però inevitabilmente la lunghezza e la difficoltà arrampicatoria di itinerari già di per se lunghi e sostenuti. Questo problema ha determinato negli ultimi anni un innalzamento di interesse delle significative pareti laterali dello stretto catino della Val Gabbiolo, pareti che hanno regalato talvolta itinerari di grande interesse o vie almeno degne di costituire un primo divertente modo di approcciarsi ad un mondo tanto selvaggio ed ammaliante senza dover obbligatoriamente affrontare significativi rischi oggettivi.
Val Gabbiolo
Al centro la bellissima Punta Graffer; costituisce il più estetico campanile del Gruppo della Presenella ed è raggiunto da interessanti itinerari classici.
Val Gabbiolo
Il grandioso castello dell'Ago di Nardis vetta principe dell'omonimo sottogruppo con la sua poderosa parete Sud su cui sono stati tracciati alla fine degli anni '70 alcuni impegnativi itinerari che contano rarissime ripetizioni.

Siti & Itinerati in Val Gabbiolo

Caratteristiche
Ben delimitato catino quasi addirittura privo di vallecole laterali, fatta eccezione per gli stretti canali detritici che salgono ai Passi di Scarazon, la Val Gabbiolo appare dominata nella sua parte superiore da alcune guglie stupende tra cui spicca l’allucinante Punta Graffer, vero e proprio ago granitico di superlativa eleganza. Purtroppo le pareti vere e proprie di queste guglie sono precedute da un significativo zoccolo con una struttura orografica estremamente complessa; canali che si intersecano più volte, cengie ingombre di detriti, zone di crollo, cascate che si formano anche dopo brevi acquazzoni: il tutto determina ovviamente un innalzamento non solo della difficoltà di approccio e salita ma anche del ritorno visto che scendere sul versante opposto (quello della Val Nardis) implicherebbe affrontare un percorso di rientro eccessivamente lungo e complesso del tutto sconsigliabile a meno che non ci si sia organizzati anticipatamente in tal senso, cosa che appare comunque logisticamente di non facile gestione. L’assenza di questo impedimento strutturale, avrebbe probabilmente reso questa valle una delle più interessanti alpinisticamente parlando del massiccio Adamello-Presanella, visto la concentrazione di strutture slanciate ed esteticamente accattivanti. Comunque visitarla non significa necessariamente intraprendere una salita alla seppur bellissima Punta Graffer o all’altrettanto attraente Torre Bogani; strutture quali l’elegantissima Punta Gian, l’imponente Campanile Zapparoli o lo slanciato Campanile dei Boci, sapranno indubbiamente accogliere i favori degli arrampicatori moderni desiderosi di un incontro senza compromessi con il mondo affascinante di questo angolo granitico, senza per questo rinunciare a sufficienti livelli di sicurezza.

Val Gabbiolo
Sul tiro chiave della Dell'Eva-Sacchi alla Punta Gian ritenuta una delle più interessanti salite classiche dell'intero gruppo della Presanella.
Val Gabbiolo
Panoramica verso la testata della valle durante la salita del Pilastro Ovest della Punta Gian via Dell'Eva-Sacchi.
Accesso
La Val Gabbiolo si raggiunge dal fondo della Val Genova. Il sentiero parte proprio dietro la Capanna Alpina. Risale il bosco di abeti fino a superare aiutati da corde fisse e scalini artificiali sistemati nell’estate del 2007 una serie di barre rocciose. Continuare poi per ripido tracciato nella fascia boscosa superiore. Con un traverso a sinistra la traccia entra nel centro della valle superando un torrente. Oltre il medesimo si risale per vaghe tracce una dorsale erbosa per poi guadare un secondo torrente. Da qui il sentiero, sempre ridotto a tracce con rari ometti, risale una marcata costola erbosa che diviene poi detritica fino ad una zona di macigni poco oltre la quale si raggiunge il pianoro del “Masso del bivacco” denominato nella letteratura specialistica anche come “Alta Val Gabbiolo” (altitudine 2.500 m c.).

Punti di Appoggio
In Val Gabbiolo non vi sono rifugi o bivacchi fissi. Era stata prevista in passato l’installazione di un bivacco a semibotte in lamiera dedicato a Andrea Oggioni. Non se ne è fatto mai nulla anche se le carte IGM lo riportano, tra l’altro c. 200 m di dislivello più in alto rispetto al pianoro del masso citato cioè nel mezzo del ripidissimo conoide detritico che scende dal complesso Punta Graffer-Torre Bogani! Da considerare che il masso eventualmente adibibile a bivacco si presta ad un ricovero di sola emergenza avendo un fondo alquanto sconnesso; può ospitare al massimo un paio di persone. E’ molto più conveniente munirsi di tenda visto che a pochi metri esiste una bellissima piazzola erbosa ben delimitata che può ospitare due o tre tende; il posto migliore per la regolarità del terreno è però immediatamente fuori dal rettangolo di pietre nelle vicinanze di un grosso macigno con la scritta in rosso “Scarazon” e mano indicatrice. E’ ovviamente possibile effettuare ascensioni anche in giornata; la cosa è però poco consigliabile visto che per raggiungere la piazzola ed il vicino masso da bivacco sono necessarie circa tre ore di cammino. L’acqua la si trova scendendo due-tre minuti lungo la dorsale di salita; vi è una fonte generalmente sempre attiva nei pressi di un macigno con ometti. Da segnalare infine che un altro buon posto per tenda è più in basso indicativamente all’altezza delle pendici di Punta Gian; utile nel caso si abbiano come obiettivi le belle ascensioni a questa estetica guglia. Dulcis in fundo, un’importante (ed emblematica!) nota tecnica: i cellulari in Val Gabbiolo non hanno campo!

I - Siti con itinerari di tipo sportivo a monotiri

II - Siti con itinerari di tipo short climbs

III - Siti con itinerari alpinistici classici

IV - Siti con itinerari alpinistici moderni
Val Gabbiolo
Relax in S5 della "Tanto tempo fa, in una valle lontana..." al Campanile Zapparoli.
Val Gabbiolo
In apertura sul Campanile Zapparoli con la cuspide sommitale illuminata.