Conca dell'Aviolo
Acque di cristallo, abbarbicate vedrette, ferrigne solitarie cime
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L’Adamello è i suoi cieli di cristallo, talvolta di nero intonso cobalto, talvolta carichi di colonne fumose che odorano della prossima neve. L’Adamello è le sue piatte immensità, campi dell’infinito i cui poderosi neri termini fanno capolino sulla linea dell’orizzonte bianco. L’Adamello è le sue valli percorse da ripidi spumeggianti tracciati capaci di trasformarsi in tonanti colonne vaporizzate, allorquando abbandonano gli alti scudi lichenosi per raggiungere i boscosi fondovalle. Ma l’Adamello è soprattutto i suoi occhi azzurri e verdi, turchesi e zefirei, limpidi ed immoti nelle loro alchemica antichità; o cerulei, sabbiosi nella loro irrequieta giovinezza, lesti a prendere il posto del vecchio grigio ghiaccio millenario ormai ritiratosi. Quasi tutte le grandi valli del massiccio hanno il loro specchio di luce, talvolta piccolo e difficilmente accessibile; talvolta invece addirittura raggiungibile con mezzi meccanici. Alcuni sorgono in luoghi appartati e straordinariamente ricchi di fascino come il Lago Casinei raggiungibile dalla Val Daone o dalla Valle Aperta; altri, come il Lago Nero in alta Val Redoten, sono collocati in luoghi remoti e scarsamente frequentati ed il loro magico lucore risulta ancora più intriso di mistero. Altri ancora, come i coreografici Laghi di San Giuliano o il Lago della Vacca immerso in un contesto molto apprezzabile, sono fatti oggetto di un meritevole assiduo pellegrinaggio per la relativa facilità di accesso e la presenza di rifugi nelle vicinanze. Diversi sono totalmente o parzialmente il prodotto di un marcato intervento dell’uomo; ma se ne potrà sentire comunque la malia a patti di riuscire a chiudere un occhio sugli sbarramenti; e sempre che un adeguato livello dell’acqua contribuisca alla coreografia…. Tra questi spiccano per la grandiosità il Lago di Malga Bissina; per l’atmosfera cupa e penetrante il Lago d’Arno. Infine, come diamanti sparsi su un verde velluto, i piccoli specchi nascosti e poco noti di cui il massiccio è costellato; il Lago d’Avolo, sotto il versante orientale del turrito Monte Campellio; il minuscolo e onirico Lago di Mare sotto il Passo Ignaga; oppure ancora coloro che hanno deciso di giungerci uniti da un legame di affinità come i Laghi di Valbona, i Laghi della Rossola o i Laghi di Mandron. Tra tutti questi meravigliosi relitti degli alti bacini glaciali adamellini ormai estintisi, il Lago d’Aviolo occupa un posto di sicuro riguardo per la relativa incidenza degli interventi artificiali, per il grande sipario che si dipana d’innanzi a coloro che ne raggiungano le acque, per i vividi colori che lo circondano e lo animano. Un luogo di penetrante serenità e vivida bellezza. |