Tredenus
Un nome fascinoso, un angolo magico
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E’ uno degli angoli più affascinanti ed alpinisticamente interessanti dell’intero massiccio. Molte linee sono state tracciate negli ultimi decenni sulle verticali pareti caratterizzanti le belle guglie di scura roccia del Tredenus. Un crescendo di bellezza arrampicatoria ed esteticità elevatosi fino a configurare un naturale libro sulle cui pagine di roccia è scritta, e da tutti i futuri ripetitori leggibile, la storia alpinistica contemporanea in terra bresciana. Dalle vie di Gelmi e Solina alle ultime realizzazioni estreme di Tomasoni & C. transitando per la straordinaria ed esemplifica modernità dell’indimenticabile ed indimenticato Battaini, sulle rocce di queste slanciate cime è possibile toccare con mano l’evoluzione conosciuta dalla progressione sulla verticale passando da itinerari di ferrea pragmatica logicità talvolta poco gratificanti sotto il profilo strettamente edonistico a linee dove l’obiettivo diviene la ricerca della gestualità nella sua forma più evoluta ascendendo anche là dove la logica tradizionale indietreggerebbe vista la pura e semplice ricerca della difficoltà; difficoltà talvolta elegantemente e disinteressatamente posta quale mezzo di valutazione delle proprie capacità prima che nella sua tradizionale manifestazione di ostacolo da vincere. Il tutto in un ideale superamento soggettivo prima che oggettivo della difficoltà medesima. Non è un caso che i più rappresentativi nomi del movimento alpinistico locale si siano qui cimentati talvolta con risultati molto apprezzabili identificando ascensioni ormai entrate nell’ambito del classico nonostante il relativamente breve intervallo intercorso dalla loro apertura alla loro consacrazione. Tracciati come la “Quarenghi” allo stupendo Ago o la “Federico Giovanni Kurz” al Gemello Settentrionale rientrano fra i must di questa raccolta. Il tutto per la singolarità delle cime ascese, la bellezza arrampicatoria, il circostante ambiente di penetrante tranquillità con un pizzico di severità forse più indotto dalle scure granitiche tonalità che dall’effettiva asprezza vista la modesta quota ed il favorevole micro clima. Un complesso di fattori che rende una visita a questo sottogruppo una cosa speciale. Le grandi bianche distese dell’acrocoro centrale con la loro proverbiale e temuta irrequietezza meteorologica sono lontane; durante l’ascendere allo sguardo è permesso spaziare verso la lontana bucolica verdeggiante conca del Volano mentre di fronte, con il colore chiaro della sua roccia lunare, la turrita Concarena pare fondersi stingendosi nella luce solare nelle belle giornate tardo estive che comunque, data l’esposizione, rimangono, senza remore, le più indicate per incontrare il Tredenus e le sue pareti. La presenza di nevai talvolta fin oltre la prima decade agostana contribuisce non poco, per chi vi si rechi all’inizio della bella stagione, ad incrementare l’apparente ostilità dei luoghi rendendo ancora più suggestiva la testata della conca innalzandone, in una visione istintiva, ad una più alta destinazione la dentellata corona di cime. |
Cime del VolanoLe pareti più accessibili dal Bivacco C.A.I. Macherio |
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È certamente tra le strutture pinnacolari del massiccio tra le più estetiche e belle. A forma spiccatamente tondeggiante ricorda un gigantesco cocomero dalle pareti lisce piantato fra la Cima Settentrionale di Tredenus e i Gemelli. La visuale dal bivacco, posto nelle sue immediate vicinanze, non è tra le migliori in quanto la roccia di colore grigio scuro che lo caratterizza ne determina una sminuente mimetizzazione con i retrostanti e di poco più alti Gemelli. Ma sarà sufficiente prendersi la briga di spostarsi senza guadagnare quota dai lastroni dove è ubicato il bivacco ai ghiaioni di macigni che ne coronano la base per poter ammirare una cuspide di razza dalle forme veramente superbe. Le sue ascensioni sono tutte interessanti per la qualità della roccia e la bellezza ambientale che ne fanno una meta arrampicatoria di prim’ordine. L’accesso dal bivacco C.A.I. Macherio è brevissimo. La lunghezza degli itinerari non eccessiva. Ci si può permettere di affrontare la salita di una spettacolare guglia granitica senza fretta assaporando fino in fondo il piacere di una bella salita contornati da un ambiente affascinante.
Caratteristiche Stupendo pinnacolo di forma inusitata, una delle guglie granitiche più caratteristiche di tutte le Alpi Centrali. E’ costituito alla base da scudi molto compatti che si articolano man mano ci si avvicina alla sommità a differenza di quanto si potrebbe essere portati a dedurre da una semplice osservazione dalla base; di fronte alle slanciate forme dell’Ago è facile maturare un certo sentore di inaccessibilità o comunque di presunto impatto con difficoltà molto elevate. La roccia è un eccellente tonalite di colore grigio scuro, il medesimo che caratterizza tutte le altre belle strutture del Tredenus; presentando una certa fessurazione la chiodatura o la protezione con sicurezze veloci risulta generalmente non difficile. In definitiva una meta obbligatoria per chi visiti il Tredenus. Accesso Dal Biv. C.A.I. Macherio alzarsi in direzione del vicino Ago per campi detritici superando una colata megalitica determinata da un evidente crollo che ha coinvolto alla fine degli anni ’80 la Cima Settentrionale di Tredenus, fino alla base del pinnacolo; presenza di neve fino ad estate inoltrata (ore 0,15 dal bivacco). Punti di Appoggio Bivacco C.A.I. Macherio raggiungibile in circa ore 3,00 da località Volano. |
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Ago di TredenusSulle pareti del “Grande Cocomero” |
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Totalmente dimenticate fino a tempi relativamente recenti vista l’obbligatoria attenzione rivolta alle strutture principali del Tredenus, le poco appariscenti Cime del Volano offrono alcuni itinerari degni di ripetizione se non altro per la vicinanza del bivacco C.A.I. Macherio. La roccia è generalmente ottima anche se l’erba non manca quasi mai. Fanno eccezione le vie moderne che, cercando di sfruttare le strutture più verticali su una parete molto frammentata, sono generalmente su roccia eccellente ma peccano talvolta di continuità o presentano percorsi ricercati. Una struttura comunque felicemente adatta a riempire la giornata del lungo accesso al bivacco.
Caratteristiche Ben visibili a chi salga al Bivacco C.A.I. Macherio, queste modeste pareti appaiono solcate da marcati canali-diedri ed interrotte da consistenti bancate erbose. Proprio il loro aspetto e l’inevitabile attenzione che da sempre è stata rivolta alle invitanti strutture della testata valliva, hanno fino a tempi assolutamente recenti avvolto le Cime del Volano nel totale disinteresse. Basti pensare che la via più “antica” data l’estate del 1997! A discapito del loro apparente scarso interesse, queste elevazioni godono di una perfetta esposizione solare (il che rende comprensibile l’abbondanza dell’erba!) la quale si accompagna ad una qualità della roccia generalmente eccellente, a facili rientri e ad un approccio (dal Bivacco!) praticamente inesistente. Se una visita al Tredenus deve necessariamente includere un salita ai Gemelli, all’Ago o al Corno delle Pile, è comunque consigliabile non trascurare le possibilità arrampicatorie offerte dalle Cime del Volano. Accesso Come descritto nella Parte Introduttiva generale del Sottogruppo di Tredenus, superato il tratto in cui il sentiero è caratterizzato da corte e ripide serpentine, portarsi quasi all’altezza del gradino su cui è ubicato il Bivacco in corrispondenza del ghiaione ai piedi delle Cime del Volano. Abbandonando il sentiero si tocca la base delle pareti in due minuti (ore 2.50 dal Volano; ore 0.10 dal Bivacco). Punti di Appoggio Bivacco C.A.I. Macherio. |
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Gemelli di TredenusLe Torri di Guardia della Grande Conca |
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Alte sulla cresta spartiacque Volano-Dois le turrite cime dei Gemelli di Tredenus presentano versanti enormemente difformi; dal versante orientale se ne può quasi raggiungere le sommità con percorsi che presentano difficoltà molto contenute ed interesse alpinistico quasi nullo. Il versante occidentale precipita con una stupenda successione di diedri, placche e fessure; un gioiello di parete su cui sono stati tracciati negli ultimi vent’anni itinerari divertenti, non troppo impegnativi e su roccia ideale; un ragguardevole concentrato di salite di qualità. | ||||||||||
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Caratteristiche I Gemelli sono le strutture arrampicatorie più interessanti di tutto il sottogruppo. La varietà degli itinerari è tale da interessare il ripetitore di vie propriamente classiche e di un certo impegno fino a coloro che preferiscono gli spit o i fix alla chiodatura tradizionale. Alcuni itinerari sono tra i più ripetuti e belli di tutto il massiccio. Alcuni aspettano di diventare classiche e hanno tutte le carte in regola per diventarlo. Ultima ma non trascurabile caratteristica una discesa facile e sbrigativa che necessita solo un poco di attenzione nel caso in cui sia piovuto da poco. Per il resto la varietà dei terreni ascesi, il panorama e le difficoltà generalmente non estreme, fanno degli itinerari ai Gemelli un inno alla gioia arrampicatoria. Accesso Dal Bivacco C.A.I. Macherio effettuare un traverso leggermente ascendente superando una colata di grossi macigni. Oltre questi ci si abbassa brevemente alla base della parete. Nevaio poco ripido presente fino a stagione inoltrata (ore 0.20 dal Bivacco). Punti di Appoggio Bivacco C.A.I. Macherio raggiungibile in circa ore 3,00 da località Volano. |
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Corno delle PileDifficili ascensioni classiche rincorrendo le fessure del ”Grande Scudo” |
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E’ la cima più alta del sottogruppo e giustamente la più ambita. O meglio: ambite sono le tracce che ne risalgono la spaziale placconata di trecento metri che caratterizza quasi come una gigantesca cascata fossilizzata il suo versante Nord-Ovest. Qui, strette l’una all’altra (e qualche volta facili da confondere!!) corrono alcune delle più impegnative vie classiche su placca fessurata di tutto il massiccio. Ascensioni che rispecchiano ancora oggi pienamente la rigorosa etica di coloro che anni fa le hanno aperte con ricorso minimo a mezzi artificiali, soste comprese; linee dove sapersi proteggere clean è indispensabile se si intende affrontare la salita con margini di sicurezza accettabili. Altrimenti è meglio rivolgersi ad altre vie più chiodate e frequentate sulle vicine strutture dei Gemelli o dell’Ago. Comunque anche solo due tiri sulla grande placca del Corno delle Pile valgono fotografie da rivista!!
Caratteristiche Dopo lo svettante pinnacolo dell’Ago l’occhio di chi abbia un minimo di abitudine ed attitudine a rivolgere il proprio sguardo alle pareti è inevitabilmente attratto da questa struttura che, vista da lontano, appare davvero inaccessibile nella sua apparente assoluta lisciezza. Nella realtà sistemi di fessure più o meno grandi la percorrono integralmente forse scavati dal paziente milionario lavorio dell’acqua o frutto di amalgami che risalgono all’emergere, dalle profondità plutoniche, della massa rocciosa adamellina. Linee naturali su cui, muniti di un’adeguata scorta di quel rivoluzionario strumento a camme contrapposte che ha nome giustamente di "amico", gli arrampicatori del terzo millennio possono avventurarsi con una certa tranquillità e sicurezza magari meravigliandosi di quanto fossero bravi i primi percorritori della parete che quegli strumenti manco conoscevano visto che la prima via ad opera di Pericle Sacchi e Flavio Minessi data ormai il neanche tanto lontano 1983; ma è già storia! Accesso Dal Bivacco C.A.I. Macherio effettuare un traverso leggermente ascendente superando una colata di grossi macigni. Oltre questi ci si abbassa brevemente alla base della parete dei Gemelli. Poco oltre si raggiunge la base dello Spigolo Nord-Ovest del Corno delle Pile e subito dopo la parete Sud-Ovest. Le vie attaccano in corrispondenza del canalone che divide il Corno dalla vicina Punta Fratus. Il nevaio che lo occupa è abbastanza ripido e va affrontato con prudenza soprattutto con neve dura (ore 0.25 dal Bivacco). Punti di Appoggio Bivacco C.A.I. Macherio. |
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Cima Settentrionale di TredenusUna turrita cima con brevi ma meritevoli itinerari |
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Modesta, alpinisticamente parlando, se paragonata ai nobili vicini, questa cima dalla creste dentellate offre alcuni itinerari decisamente interessanti e perfetti per integrare la prima giornata di accesso al Tredenus o semplicemente per introdursi senza patemi nel suo magico mondo verticale. La parete Ovest della montagna è stata purtroppo interessata a metà degli anni ’80 da una grossa frana che ne ha modificato sensibilmente la struttura cancellando la parte inferiore di un bel percorso classico. Fortunatamente il problema è ben localizzato e non costituisce assolutamente un impedimento per gli altri percorsi della montagna tutti meritevoli per la bellezza dell’ambiente, l’immediatezza dell’approccio dal bivacco e la qualità della roccia e conseguentemente dell’arrampicata.
Caratteristiche E’ caratterizzata da una evidente cresta che dal Forcellino di Tredenus con percorso regolare e articolato in numerose torri e monoliti porta alla bifida sommità; uno dei due torrioni sommitali ha una forma particolare che ricorda una testa di cavallo. La cresta citata è percorsa da un itinerario classico con difficoltà massime di IV e prevalenza di tratti più facili su roccia ottima ma purtroppo disturbata dal lichene; è comunque un itinerario molto apprezzabile per la panoramicità con attacco (dal Bivacco!) e discesa del tutto comodi. Nel complesso una piccola montagna ideale per un primo incontro con le pareti del Tredenus. Accesso Dal Bivacco C.A.I. Macherio salire direttamente per il ripido ghiaione fin sotto la parete senza itinerario obbligato (ore 0.10/0.15 dal Bivacco a seconda degli itinerari). Punti di Appoggio Bivacco C.A.I. Macherio raggiungibile in circa ore 3,00 da località Volano.
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Naso di TredenusUna bella guglia di recente “scoperta” ai piedi della nobile costiera del Tredenus |
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Fra le estetiche strutture che coronano la catena principale di Tredenus il Naso spicca per le sue forme slanciate e per il caratteristico tetto sommitale da cui l’azzeccato toponimo. Sicuramente anche per un discorso di accessibilità (è la struttura arrampicatoria della conca con il minor approccio) il Naso ha visto rincorrersi in un breve volgere di tempo una serie di itinerari generalmente di impegno medio alto e da inquadrarsi in un’ottica classica che ne ha di fatto limitato la frequentazione a locali estimatori. Fa eccezione la via "Granita", la più facile alla montagna, un itinerario che permetterà a molti di apprezzare, con un impegno fisico e tecnico accettabile, le pregevoli caratteristiche di questo angolo adamellino. Tra le ultime linee nate spicca la "Piercing al naso" che si differenzia dalle preesistenti sia per le difficoltà che per l’attrezzatura. Una via che, a patto di un’adeguata preparazione, saprà indubbiamente regalare soddisfazioni. | ||||||||||
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Caratteristiche Bella e caratteristica guglia ben individualizzabile già dal Volano dove si mostra quale slanciata piramide. Il versante alpinisticamente interessante è quello meridionale dove ad un verticale spigolo Sud si contrappongono a destra una successione di belle e abbattute placche e a sinistra un verticale versante Ovest dove si rincorrono impegnative tracce. La roccia è generalmente una tonalite di ottima qualità purtroppo un poco disturbata dai licheni nella parte superiore della guglia. Nel complesso il Naso è una struttura che merita appieno di essere frequentata e conosciuta. Accesso Per raggiungere la base del Naso di Tredenus percorrere il sentiero di accesso al Biv. C.A.I. Macherio fin oltre i ruderi di Malga del Dosso m 1828. Il sentiero effettua dopo la stessa una lunga traversata a destra fino ad un ruscello. Da qui abbandonare il sentiero e con evidente percorso, un poco disagevole fra i massi all’inizio, raggiungere la base della montagna (ore 1,30 dal Volano). Punti di Appoggio In considerazione della relativa brevità dell’approccio il Rif. De Marie al Volano può costituire un ottimo punto di appoggio nel caso si intenda effettuare nell’arco di due o più giorni diverse salite al Naso; nel caso invece, come accade frequentemente, una salita al Naso serva ad impegnare la prima delle due o più giornate di permanenza in Tredenus, il Bivacco C.A.I. Macherio rimane ovviamente il punto di appoggio privilegiato per le strutture più alte della costiera. |
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Coster dell'Orso & Cima VagaUn angolo di magica tranquillità |
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Angolo negletto della bellissima conca del Tredenus, questo piccolo concentrato di guglie e pareti di sana tonalite scura deve la sua recente valorizzazione a “Bibo” Alberto Damioli. La passione di questo forte alpinista si è qui apertamente manifestata con l’apertura di numerosi itinerari, gli ultimi di stampo propriamente sportivo; il che si adatta felicemente alla brevità degli itinerari e alla comoda possibilità di concatenamenti. L’approccio è relativamente comodo e veloce. Una visita anche in giornata già consente appieno di godere della bellezza di questi luoghi anche se l’approccio e le possibilità arrampicatorie consigliano vivamente un'escursione articolata in due giorni con un romantico pernottamento in tenda. Cosa che si sposa perfettamente con il circostante.
Caratteristiche Il Coster dell’Orso è una bella muraglia lunga circa cinquecento metri con un’altezza abbastanza costante di c. 150 che sorge poco sopra il breve gradino erboso su cui albergano i ruderi di Malga del Marmo. La zona si presta ad essere frequentata dalla primavera all’autunno; il micro-clima della zona, abbastanza umido, ne sconsiglia una visita dopo un periodo di precipitazioni. Il complesso di Cima Vaga, cima satellite del Pizzo Badile Camuno, chiude a nord la conca con significative pareti sempre di roccia ottima su cui sono stati tracciati alcuni itinerari interessanti, primi fra tutti la bella “Via del Greco”, percorso emblematico delle caratteristiche arrampicatorie del sito e delle sue potenzialità. Relazioni e documentazione fotografica Tutte le relazioni e le fotografie di questa sezione sono state gentilmente messe a disposizione dall'apritore, cosa che costituisce una garanzia di affidabilità delle informazioni ed omogeneità delle valutazioni espresse.
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